The Backlash: 3rd Generation

Ho scoperto i The Backlash quasi casualmente, in una piccola serata organizzata a Campi Salentina in provincia di Lecce, all’interno della quale presentavano il loro primo album 3rd Generation (Rocketman Records, 2014). Erano presenti soltanto due dei quattro membri della formazione, che hanno eseguito un live acustico; canzoni alternate ad un dialogo-intervista. Mi ha colpito la scelta di esporre alle loro spalle la bandiera inglese ed il simbolo del gruppo costruito sul target mod. Ho ascoltato attentamente l’intervista e le loro canzoni. Molte delle cose dette durante l’intervista, in merito alle influenze musicali, mi hanno interessato per la forte comunanza di gusti che provavo con loro. Le canzoni erano molto godibili ed il sound mi rimandava immediatamente ad una serie di gruppi ed artisti inglesi che mi accompagnano da anni. Alla fine della serata ho comprato il disco e non mi aspettavo di trovare ciò che effettivamente ho trovato.

I Backlash sono un gruppo di Milano, e due dei membri sono originari del Salento. I The Backlash sono Alessio Gatto alla voce, Francesco Lucà chitarra e seconda voce, Mattia Cochetti al basso, Luca Mangano alla batteria. Il nome del loro album, 3rd Generation, auspica una terza “british invasion”, a seguito di quella degli anni ’60, e quella degli anni ’90 (così è stato detto durante l’intervista); sebbene sia un errore grave, all’interno delle cosiddette “british invasion”, non considerare quella a cavallo degli anni ’70 e degli anni ’80, riguardante il Punk e il “mod revival”.

L’album è composto da sei pezzi, tutti piacevolissimi, eleganti, raffinati ma energici allo stesso tempo. Sembra di ascoltare un gruppo che ha alle proprie spalle anni d’esperienza, eppure si tratta di un album di debutto. I The Backlash, da un punto di vista musicale, non fanno assolutamente nulla di nuovo. Però lo fanno benissimo, e lo fanno all’interno di un contesto, quello italiano, che ha spesso sottovalutato alcuni gruppi britpop di fondamentale importanza, snobbandone l’influenza. Per questo il valore di quest’album è ancora maggiore e rappresenta una grande novità all’interno del nostro panorama musicale. Ascoltando 3rd Generation le influenze musicali che si possono percepire sono davvero tante; secondo il punto di vista di chi scrive alcune tra le principali potrebbero essere Oasis, Beatles, Paul Weller, The Smiths ed Ocean Colour Scene.

L’apertura dell’album colpisce immediatamente con la canzone Great Big Chance, e nessuno dei successivi cinque pezzi delude, ma l’apice si raggiunge con la traccia finale Spin ‘Round, pezzo avvolto da una confortevole malinconia, e del quale a breve uscirà un video. Tutti i pezzi sono in inglese. Neppure una delle sei tracce è una cover, e questo è un buon segno, in un periodo nel quale l’enorme presenza di cover band rappresenta un male assoluto per i giovani musicisti, in quanto i locali spesso scelgono la scorciatoia delle cover band per assicurarsi un pubblico sicuro, evitando il rischio nel quale si incorre avendo a che fare con qualcosa che è di propria creazione.

I The Backlash rappresentano una boccata d’ossigeno all’interno del panorama musicale giovanile italiano. Un gruppo da seguire e da tenere sott’occhio; un po’ di fiducia per tutti gli appassionati italiani di britpop.3rdGArtwork.jpg